Le estati di André Gide

Sul finire dell’Ottocento il lago era diventato l’estremità più a sud dell’impero austroungarico, dopo il passaggio del Veneto all’Italia. Per questo motivo tedeschi e austriaci erano soliti recarvisi in vacanza. Assieme a turisti anonimi prendeva casa da queste parti nel periodo estivo anche André Gide.

Lo scrittore francese (1869-1951) sceglie Torri del Benaco, borgo di epoca romana. È ospite di un albergo dal 22 luglio al 13 settembre 1948. L’anno precedente Gide è stato insignito del premio Nobel per la letteratura.

A lui viene riservata la camera più bella, la numero 24, dal cui terrazzo si possono contemplare il lago, il porto, il castello. Ne viene completamente conquistato, tanto da scrivere

«Io non avevo ancora visto una così lunga serie di bei giorni, così splendidi. Ma dall’ inizio di settembre l’aria è leggera, il calore a metà del giorno non è più eccessivo: i mattini e le sere sono freschi».

L’autore de I sotterranei del Vaticano si alza presto, compie lunghe passeggiate, fa il bagno nel lago, si intrattiene a parlare con i pescatori, scrive, conversa, gioca a scacchi e a dama. Quando parte da Torri, Gide è quasi rinato e lascia in municipio una dedica:

«Dal meraviglioso ricordo che ne serbo, trarrò la forza per sopportare il lungo cammino dell’inverno».

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